In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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Ma i Miracoli erano cominciati prima...

Bruciata da una siccità di mesi e mesi, la terra ardeva di sete sotto il sole.

Naturalmente non sto parlando di quest’ultimo piovoso, franoso, interminabile inverno, né di questa primavera fresca e ritardataria: è cosa di tanti e tanti anni fa. Ma non poi tantissimi se a Bianco ci raccontano che è ancora viva, o per lo meno ben ricordata dai suoi vicini, la signora in carne e ossa, con nome e cognome, che fu all’origine del Miracolo. Fece un voto alla Madonna: avrebbe fatto una festa in quel giorno, ogni anno, se la Madonna avesse finalmente mandato la pioggia. La sua preghiera fu esaudita, ed ecco che a Bianco ogni anno a metà primavera si festeggia il Miracolo. Anche a Bruzzano ci raccontano una storia simile, ma ci dicono che a ottenere il Miracolo e a fare il voto, diversi secoli fa, fu un piccolo gruppo di uomini saggi e pii.

Oltre alle celebrazioni religiose, Bianco e Bruzzano quest’anno hanno festeggiato il Miracolo in piazza il 24 e il 25 aprile con due fantastici concerti dei Taranproject di Mimmo Cavallaro.

Bianco, ultime ore del pomeriggio. Guardiamo il cielo gonfio di nuvole nere e ci preoccupiamo: non sarà che il Miracolo si voglia manifestare proprio stasera, che voglia inzuppare questo concerto tanto atteso?
Intanto la piazza Cinque Martiri di Bianco si riempie come un uovo. Mimmo, Cosimo & c. provano i suoni, si esibiscono in frammenti di pezzi mai sentiti prima. Serpeggia un brivido di eccitazione nello storico, appassionato, sempre presente fan’s club “Danza cu lu ventu comu l’unda di lu maari..”, e tra noi due blogger che abbiamo la faccia sorridente di Mimmo (foto by Fildiferro, al Vinitaly) stampata di fresco sulle sbirciatissime maglie. Saranno i pezzi del nuovo cd? Li ascolteremo stasera? No, non li ascolteremo stasera: è solo un piccolo assaggio rubato al futuro.
Carmelo e Alfredo arrivano insieme, vivaci e ridenti come sempre. Ma... panico: non abbiamo ancora visto Andrea, non abbiamo ancora visto Giovanna! è quasi l'ora del concerto quando li vediamo arrivare trafelati direttamente da una festa di matrimonio - "in veste di invitato!" precisa sorridendo un inedito Andrea in giacca e cravatta, mentre Giovanna indossa la sua stanchezza come una grazia in più.
Non c'è tempo per riprovare i volumi della voce, ma non fa niente: il concerto è ancora più amalgamato, più caldo, più spalancato dei precedenti. Non manca, per emozionarci di più, il pubblico ringraziamento di Mimmo a Fildiferro, il "signor Ferreri" che sulla Riviera ha raccontato il successo dei Taranproject al Vinitaly. La piazza canta in coro, si spella le mani, si scatena in tarantelle, girotondi, serpentoni, e la pioggia - piccolo miracolo - rimane su, ferma dentro i nuvoloni neri, forse anche lei incantata in ascolto.

La sera dopo il piccolo miracolo si ripete a Bruzzano un po’ meno piccolo, un po’ più visibile. Sciolti e affratellati dall’ulteriore stanchezza i musicisti si offrono al pubblico senza riserve, regalando tutto di sé e risultando quasi senza saperlo ancora più scintillanti. Verso la fine comincia a piovere: poche gocce isolate che riusciamo addirittura a vedere, macchie d’argento in caduta sullo sfondo nero del palco. Allora Cosimo allarga le braccia e con tutti i colori della sua voce, ma dolcemente, recita un proverbio che non saprei trascrivere se non potessi saccheggiare la trascrizione che ne ha prontamente fatto su Facebook Francesco Franco Pellegrino (grazie!): “Chjiovi chjiovi/ e la gatta faci i fijjhioli/ e lu surici si marita/ cu na coppula di sita”. La musica si è fermata. Il pubblico trattiene il fiato guardando, sul palco, i preziosi strumenti in legno che da un momento all’altro si bagneranno. Sono pochi secondi e questa è sicuramente un’illusione ottica, ma i nostri occhi credono di vedere le macchie d’argento muoversi sul fondo nero del palco verso l’alto anziché verso il basso. Non piove più. Il concerto andrà avanti fino a notte alta e nessuno, proprio nessuno, neanche il nostro Fildiferro!, riuscirà a non ballare.

(le foto sono di Pino Carella)

3 commenti:

  1. Potenza di una bella descrizione! Che dire di più ? Grazie a voi cari blogger... e tra queste pennellate consentitemi di mettere in rilievo quella delicatissima ed evocativa della nostra Giovanna che " indossa la stanchezza come una grazia in più " ...

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  2. Il resoconto dei due concerti di Bruzzano e Bianco è anche su "La Riviera" in edicola da domenica 9 maggio.
    Questo è il link per leggerlo online:
    http://www.larivieraonline.com/public/giornale/1019/giornale.pdf
    (a pagina 37)

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  3. Grazie, Francesco Franco, per la partecipazione attenta e la dolcezza con cui ci leggi. Peccato che "La Riviera" non abbia avuto spazio per ospitare il mio pezzo tutto intero: la redazione ha tagliato proprio quello che nelle mie intenzioni era il punto centrale del racconto, Cosimo che aprendo le braccia recita il proverbio (e quindi anche il mio ringraziamento a te per la trascrizione su Facebook). Per questa volta resterà solo il blog a testimoniarlo...

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