In un lembo remoto d'Italia, la costa jonica calabrese attorno a Locri, è esploso nel 2009 un fenomeno musicale e culturale straordinario. Mimmo Cavallaro con i TaranProject ha tenuto in sei mesi oltre settanta concerti, conoscendo un successo via via sempre più travolgente, fino a suscitare un'autentica passione collettiva.
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Ohi Peppinella!

In tanti mi hanno chiesto, recentemente, di pubblicare il testo di questo brano, che apre il concerto 2011. Esitavo, arrovellandomi ancora in qualche incertezza nella decifrazione e nell'interpretazione di alcuni versi.
Senonché, nel giro di ventiquattr'ore, è dapprima apparsa - nei commenti ad un post precedente - la trascrizione di Giuseppe Cricrì, e poi - su Facebook - un'altra della solita preziosa Giuseppina. Un caso, dite? E allora come la mettiamo col fatto che a trascrivere Peppinella siano stati un Peppe e una Peppina?
Ringrazio tutti e due, per il generoso contributo e per avermi permesso di chiarire definitivamente i miei dubbi.

Sulla canzone non c'è molto da aggiungere, se non che è da anni nel repertorio di Mimmo - fin dal tempo dei TaranKhan - è che è un ideale starter per il concerto, con la sua cadenza coinvolgente e festaiola.
La protagonista - dice bene Giuseppe nel suo commento - è una Bocca di Rosa cauloniese. E dico cauloniese in quanto le località citate nel testo identificano un territorio molto circoscritto, che sembra avere come centro proprio il paese di Caulonia.
Sarà esistita davvero, questa ragazza capace di dispensare amore e gioia al mondo, di rapire il cuore del giovane che, pur nel rimproverarla per i suoi troppo facili costumi, la implora: comu ti pozzu amà?
E' come se il desiderio cercasse un modo per aggirare i moralismi, rendere possibile questo amore, apparentemente sconveniente, eppure irresistibile nella sua vitale spontaneità. Il ritornello è ardente e spensierato, anche la musica sembra dire: al diavolo i se e i ma, Peppinella, ti voglio amare!
E così, la festa del concerto abbia inizio...

Peppinella

Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

Ti nde jsti vinedi vinedi e t’abbasasti ch'i carbineri,
ti nde jsti di ccà e di jà e ti facisti chiamari mammà.

Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

Ti nde jsti a Pampiniti e ti parìa ca ti mariti,
ti nde jsti a la Zija e ti parìa ca ndavi a mia.

Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

Ti nde jsti a Catanzaru e ti mentisti la vesta ‘nsanu,
ti nde jsti a la Marina e ti chiamaru signurina;

Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

Ti nde jsti a la Rucceja e ti chiamaru bedareda,
ti nde jsti a la Giajusa e ti chiamaru carinusa.

Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

Trapinarella e trapinatura,
fici 'na cofana 'e crjatura.
Trapinarella e trapinatura
fici 'na cofana 'e crjatura.
Sutt'o ponti d’a ferrovia
cu ‘nchjanava e cu scindja...

Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?
Ohi Peppinella, e comu ti pozzu amà?

(Traduzione e note nei commenti)

4 commenti:

  1. Peppinella

    Oh, Peppinella, come ti posso amare?

    Te ne andasti per viuzze nascoste e ti baciasti coi carabinieri,
    te ne andasti di qua e di là e ti facesti chiamare mammà.

    Te ne andasti a Pampiniti e credevi di maritarti
    te ne andasti alla Zija e credevi di avermi.

    Te ne andasti a Catanzaro e ti mettesti la veste moderna,
    te ne andasti alla Marina e ti chiamarono signorina.

    Te ne andasti alla Roccella e ti chiamarono bellina
    te ne andasti alla Gioiosa e ti chiamarono carina.

    Trapinarella e trapinatura,
    fece un'infornata di creature.
    Sotto il ponte della ferrovia,
    chi saliva e chi scendeva...

    Oh, Peppinella, come ti posso amare?

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  2. Alcune note:

    Pampiniti e la Zija sono piccole località nei dintorni di Caulonia; ovviamente note Roccella e Gioiosa, a sud, e Catanzaro e rispettiva Marina, a nord.

    Come ci ha dottamente spiegato su Facebook il nostro maestro Francesco Franco, "l'abito intero (vesta 'nzanu) contrapposto a quello tradizionale in due pezzi (sotto e sopra, gonna e camicia) era segno di modernità, verso cui andavano le donne di città."

    Il ritornello "trapinarella e trapinatura" può dare adito a varie interpretazioni: secondo me è una specie di onomatopea, il cui senso si comprende bene in questa nota canzone napoletana:
    Trapanarella cu 'o trapanaturo
    e tràpana 'a mamma e 'a figlia pure.
    E trapanianno, 'mmiez'a sti guaje,
    canto 'a canzona d' 'a cuccuvaja.
    Na signurina cammina p' 'a strata,
    nu giuvinotto lle fa na guardata
    e chella, che sùbbeto è femmena onesta,
    aret' 'o purtone, s'aìza 'a vesta.

    La cofana è un ampio vassoio.

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  3. Riporto parte del bel commento di Giuseppe Cricrì, apparso altrove nel blog, a proposito di "Peppinella":
    "...brano che secondo me, non a caso apre i concerti dei nostri TP. La ragazza in oggetto, e la canzone che la racconta hanno in se quella giusta, insostenibile leggerezza che ha il potere di introdurre tanto il musicofilo, quanto l’appassionato di danza popolare, nella avventura quasi onirica dei suoni e nel mondo fascinoso che il godimento del concerto sa proporre. Penso a Peppinella con levità quindi, associandola a personaggi femminili analoghi che hanno affrescato storie della letteratura, della canzone d’autore e della cinematografia senza andare lontano penso a Bocca di Rosa di Fabrizio De Andrè, alla Volpina di Amarcord di Fellini o ancora a Concia , ragazza di una bellezza sensuale, selvatica e “ caprina” raccontata da Cesare Pavese nel romanzo "Prima che il gallo canti” ambientato guarda caso a Brancaleone Calabro. Peppinella si fa amare da tutti, e tutti si innamorano di lei, non si può non volerle bene, anche se non si sa come…
    -comu ti pozzu amà- non si può non essere indulgenti con questa donna, forse tanto sfortunata, forse senza neanche sapere di esserlo, che fa del donare amore e figli al mondo quasi la sua missione."

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  4. Si, Peppinella è realmente esistita. Può essere identificata in “Peppineja d’a marina” così chiamata perché abitava in una baracca di legno a ridosso della spiaggia di Roccella Jonica, proprio “sotto il ponte della ferrovia”, quello che era ed è conosciuto come “il ponte di Rossetti”. È vissuta a Roccella all’incirca fino agli anni cinquanta/sessanta e conduceva una vita alla “bocca di rosa”, anche se di rosa ce n’era poca, considerato il degrado che dominava la sua esistenza. Aveva un figlio che dalla madre aveva ereditato più il soprannome che il cognome, infatti era conosciuto da tutti come “Pascaleju d’a marina” il quale, un volta cresciuto, si trasferì a Gioiosa Marina, dove mise su famiglia. In quegli anni viveva a Roccella un’altra donna che conduceva la stessa vita di Peppineja d’a marina, ed era Lisa a Ciopa (Cioparella?). Tutto è possibile!

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